TIMOTHY LEARY

CONVERSAZIONE SENZA COMPLESSI CON UN "GUERRIGLIERO DELL'EDONISMO"

 

 

intervista di Fernanda Pivano a Timothy Leary, pubblicata su Playmen, anno VII no. 1, gennaio 1973

 

 
 

A torso nudo sui calzoni di tela bianca con un grande “flare”, i capelli grigi tagliati all’inglese come un casco, gli occhi chiari taglienti come trapani e i denti candidi nel sorriso spalancato da superstella: così sbucò Timothy Leary sulla porta della cucina-living roomemergendo malioso con la sua controversa reputazione e maliardo con la sua ingombrante celebrità catena di persecuzioni socio-politiche, da una scaletta esterna che collegava alla cucina la sua camera da letto. Non tradì la sua favoleggiata ospitalità neanche in quella casa dell'esilio campagnolo, una delle molte nelle quali abita spostandosi dall'una all'altra a seconda se deve parlare con un avvocato o se deve inci­dere un disco o se deve incontrare un edi­tore: dovunque vada gli si forma attorno una piccola corte di scrittori o biografi o intervistatori o editori o musicisti con la stessa spontaneità con cui probabilmente si formavano nei palazzotti rinascimentali. Verso le cinque, mentre sta disteso su un materassino vicino al fornello della cucina a leggere il giornale o incollare ritagli nello scrapbook che poi uscirà come libro e gli amici stanno attorno dove capita, sul gra­dino del camino o sulle vecchie sedie di legno o sulle poltrone impagliate o sui tap­peti per terra, il posto ambito naturalmente è quello vicino a lui, per vedere che cosa legge o che cosa scrive. Intanto la cucina è intersecata di bambini che corrono urlan­do o di ragazze che porgono tazze di tè o di caffè o sandwiches di pancetta appena cucinata in fumi odorosi e persistenti: in quella che in un compito in classe all'italia­na si chiamerebbe una « comune » e in realtà è soltanto la casa ospitale di un uomo troppo famoso o comunque famoso al di là di quello che per molti sarebbe il limite della possibile sopportazione.
Più tardi, quando i bambini sono a letto, si va nella sua stanza: due o tre pagliericci per terra, coperte di pelliccia, un lungo ta­volo traboccante di attrezzature elettroni­che e una macchina da proiezione da 16 mm. col sonoro, fasci di nastri incisi, un telone steso su una parete inclinata per le proiezioni, tappeti sovrapposti; e un ta­volino con un uovo magico bianco-rosa, due campanelli e alcuni campanellini, una tanka tibetana, un rosario d'Oriente, i mi­nuscoli occhiali d'oro usati da James Joyce e conservati in un astuccio duro da reliquia, una mano di legno in posizione ieratica, un sacchetto di velluto a spicchi colorati («soft and tender»), una palla di cristallo rosa: minuscoli oggetti che forse lo hanno ac­compagnato nell'esilio o forse gli si sono raccolti intorno da una frontiera all'altra, da un Cantone all'altro.
Fuori di casa, lunghe passeggiate al mat­tino, con un maglione celeste pastello e l'an­datura di un giocatore di polo (corpo ela­stico ora che nelle prigioni ha preso l'abi­tudine di fare ginnastica) per andare a mangiare un sandwich di prosciutto o uno ham and egg in qualche bar o in qualche trattoria all'aperto; o in macchina la sera, magari con una camicia di lamé d'argento senza bottoni, per andare a festeggiare in un qualsiasi ristorante rimasto aperto un 52esimo compleanno che a nessun costo va considerato solitario. « Quelli che pensano a me come al "povero vecchio Tim" non capiscono niente. Io sono molto contento, sta per uscire un mio libro e sta per uscire un mio disco con un altro mio libro. Io non smetto un minuto di godere la vita ».
Il libro è intitolato Escapade e Leary lo ha scritto con la moglie Rosemary mentre era in Algeria, per descrivere le sue espe­rienze in prigione, le ragioni della fuga dal carcere di San Luis Obispo, California il 12 settembre 1970, l'avventura della fuga, la vita underground coi Weathermen che lo fecero fuggire. Sarà il suo sesto libro do­po Psychedelic Experience (1964), Psychedelic Prayers after the Tao Te Ching (1966), la raccolta di saggi The Politics of Ecstasy (1966), l'autobiografia High Priest (1968) e il diario della prigionia Jail Notes (1970), che però è uscito in una prima edizione non rivista né approvata dall'autore.


Prima di questi libri ha pubblicato soltanto saggi scientifici, con titoli come Dia­gnosi Interpersonale della Personalità o Predizione di Comportamento Interpersona­le nella Psicoterapia di Gruppo: dal 1955 al 1958, dopo essere stato per cinque anni as­sistente all'Università di California, venne nominato Direttore di Ricerca Psicologica all'Ospedale Kaiser di Oakland, California e dopo un anno trascorso in Europa diventò professore nel Centro di Ricerca della Personalità alla Clinica di Psicologia del­l'Università di Harvard e mise in pratica un metodo di ricerca che rinviava gli studenti a studiare i problemi (per esempio l'alcoolismo) nel luogo dove nascono piuttosto che nei testi scolastici o nei laboratori.
Mentre insegnava psicoterapìa ad Har­vard, durante una vacanza a Cuernavaca, nel 1960, assaggiò i « funghi sacri » e co­minciò a sperimentare su se stesso, sui col­leghi e su centinaia di soggetti volontari dosi misurate di psilocibina (che è il de­rivato chimico dei funghi sacri); dichiarò allora che aveva deciso di « dedicare il re­sto della sua vita di psicologo all'esplora­zione sistematica di questo nuovo strumen­to », dove il nuovo strumento non fu sol­tanto la psilocibina ma in generale le so­stanze psichedeliche, alle quali si aggiunse presto l'acido lisergico o LSD, sintetizzato nel 1938 da un biochimico svizzero che faceva ricerche per trovare un analgesico per il mal di testa. Quando gli esperimenti cominciarono a diffondersi fra gli studenti il professore venne allontanato dall'Univer­sità e, già al centro di una vasta attenzione pubblica, organizzò una Fondazione Inter­nazionale per la Ricerca Interna, andando a stabilirsi nella tenuta di Millbrook, vicino a New York, che gli venne offerta da William Hitchcock.
La persecuzione sociopolitica iniziò nel 1966, in seguito al dilagare della sua popolarità: la tenuta di Millbrook venne perqui­sita e Leary venne arrestato per possesso di una minuscola quantità di marijuana, colpa che prevedeva la pena di 16 anni di prigione: questa pena avrebbe dovuto ag­giungersi alla condanna di 30 anni di pri­gione derivata dal suo arresto a Laredo, quando venne trovato addosso a sua figlia qualche grammo di marijuana.
Da allora lo psicoterapista è passato da una traversia giudiziaria all'altra. In attesa di una conclusione che dovrebbe restituirgli il passaporto, studia, scrìve e compone musica elettronica. Il disco che sta per uscire è intitolato Seven Up, con la doppia firma di Timothy Leary e Ash Ra Tempel, diretto da Timothy Leary, arrangiato da Brian Barriti, prodotto da Rolf-Ulrich Kaiser, re­gistrato e mixato da Dieter Dievkes, con effetti bioelettrici di Dennis Martino, « starring » Ash Ra Tempel con Brian Barriti e Liz Elliott; registrato nell'agosto 1972 dal vivo durante il Festival di Berna e mixato nell'agosto-ottobre a Colonia nello Studio Dievkes.
Perfino durante l'intervista, anche se in vita sua ne ha dovuto subire migliaia, rispondendo sempre con più o meno pazienza a domande se non identiche molto somi­glianti le une alle altre, si comporta come se si divertisse: scrive di suo pugno le ri­sposte su fogli che subito si accavallano tra un piatto dello snack e un pacco di sigarette o si spargono per terra sui tappeti come un inesauribile ventaglio. Quando gli si chiede che cosa si può dire della sua instabile situazione di esule, anche questa risposta la scrive di suo pugno, e finisce per divertirsi a farlo, finché la conclude con lo svolazzo di un gioco, lo humour di uno scherzo, la disinvoltura di uno che è andato di molte orbite — di molti circuiti, Tim? — al di là dell'orbita di chi non ha ancora intrapreso l'ascesa neoplatonica dei sette gradi-livelli-velocità che conducono al codice DNA. Eccola, la sua autobiografìa degli ultimi anni.

PIVANO - Vuoi raccontarci che cosa è successo a Timothy Leary in questi ultimi tempi?
LEARY - 1969 la Corte Suprema ha libe­rato Leary e dichiarato illegale la legge sulla marijuana. 1966 era stato scelto come mi­gliore attore dell'anno di Off-Broadway per le celebrazioni psichedeliche che introdus­sero luci e musica psichedelica. Protagoni­sta e direttore del film di Hollywood TO TI DO. Quattro dischi, conferenze universitane, opposizione alla TV alla politica USA contro le droghe. Esponente per le droghe.
1970 il Governo reagì con 13 arresti: con­dannato a 20 anni di prigione. Il giudice negò la libertà provvisoria perché « cerca­tore irresponsabile di piacere ». (Leary ammise l'imputazione). Dopo sette mesi di prigione Leary fuggì in un'evasione teme­raria e si unì ai Weathermen. Fuggì in Algeria, si unì alle Pantere Nere, dopo tre mesi fu arrestato da Eldridge Cleaver per­ché « cercatore irresponsabile di piacere ». Fuggì dalle Pantere in Svizzera dove fu arrestato dalla Polizia svizzera dietro man­dato americano di estradizione. Dicembre 1971 il Governo svizzero rifiutò di estrada­re Leary. Da allora Leary è una persona senza Stato abitante in Svizzera. Nessun Cantone e nessun paese vuole accoglierlo a causa della sua cattiva reputazione.
Che cos'è la reputazione?
Il diavolo.
Il consigliere di Nixon per le droghe ha detto che bisognerebbe « calpestarlo con scarpe chiodate ». I funzionari della Magi­stratura hanno detto che è « il più pericoloso degli uomini viventi ». Responsabile di uso di droghe. CORRUTTORE DELLA GIOVENTÙ' ACCUSATO DI TUTTI I DELITTI DEI MITICI UOMINI MAL­VAGI — CAGLIOSTRO, MEFISTOFELE — TEMUTISSIMO MESSO A TACERE DA VENT'ANNI DI PRIGIONE. MESSO A TACERE IN ALGERIA E IN SVIZZERA. DA ALLORA SILENZIO PER DUE ANNI. ORA ESCLUSIVO PER I NOSTRI LETTORI L'UOMO CHE AGNEW HA DEFINITO « IL PEGGIOR NEMICO DEI VALORI AMERICANI ».
PIVANO - Ti consideri un « cercatore irresponsabile di piacere »?
LEARY - Spero sinceramente di esserlo. Non vorrei essere un cercatore responsa­bile di anti-piacere.
PIVANO - Ti consideri il « peggior ne­mico dei valori americani »?
LEARY - È la massima delle mie ambizioni.
PIVANO - Secondo le religioni indiane (e tu hai dichiarato di esserti convertito all'Induismo) ogni essere umano è Dio, ma per rendersene conto uno deve liberarsi del suo karma, per esempio attraverso un pro­cedimento che è stato chiamato yoga. Si può dire che l’LSD è un procedimento mo­derno per raggiungere lo stesso scopo? LEARY - La filosofia indiana è stata crea­ta più di mille anni fa da uomini saggi. Oggi è un dogma morto, statico, contorto da gente repressiva per impedire la libertà interna ed esterna. Chiunque ti parli di Dio, yoga, spiritualità, ecc. si accinge a spengerti, a disilluminarti.
PIVANO - Che cosa significa essere Dio? Qual è la differenza tra un uomo che è Dio e uno che non lo è?
LEARY - Ogni essere senziente è divino, cioè ha l'abilità di creare e controllare la realtà. La società (e coloro che controlla­no la società, sia democratica sia totalita­ria) nega la divinità umana, vale a dire limita e controlla la libertà umana.
PIVANO - Quando uno ha raggiunto la sua consapevolezza di essere Dio che cosa diventa il suo rapporto con gli altri?
LEARY - Mi oppongo alla parola « uno ». Quando uno o una si rende conto di essere divino o divina il suo rapporto con gli al­tri diventa esattamente ciò che egli o ella crea. « Divinità » significa accettazione di una responsabilità totale per la realtà di cui si è consapevoli.
PIVANO - Secondo la definizione con­venzionale di « consapevolezza » gli psichia­tri dicono che ci sono due livelli di consa­pevolezza: il sonno e la normale consape­volezza simbolica. Dicono che tutto il re­sto è follia.
LEARY - La psichiatria è un pericoloso si­stema totalitario di controllo della consapevolezza umana. Gli psichiatri usano il termine « folle » per riferirsi ad azioni uma­ne che non possono capire o controllare.
PIVANO - Hai detto da qualche parte che ci sono sette diversi livelli di consapevolezza: il sonno e lo stupore, la veglia, la consapevolezza somatica, la consapevo­lezza sensoriale, il livello cellulare e il li­vello precellulare. Lo credi ancora?
LEARY - Tutto ciò che ho detto in passato è pericolosamente invecchiato. Non credere a nulla di ciò che chiunque ha detto in pas­sato. Adesso riteniamo utile parlare di sette circuiti elettrochimici nel sistema nervoso che mediano: 1) la sopravvivenza biologi­ca; 2) lo stato emotivo; 3) la destrezza in­tellettuale; 4) i ruoli socio-familiari (siste­mazione protettiva dell'uovo-sperma) ; 5) rapimenti sensoriali e somatici; 6) procedi­menti neurologici (cioè la ricezione, inte­grazione e trasmissione delle informazioni al circuito elettrochimico) ; 7) memorie e previsioni genetiche e razziali (vale a dire percezioni del codice DNA).
PIVANO - Vuoi dirci qual è la tua defi­nizione di consapevolezza e qual è il rapporto fra consapevolezza e LSD?
LEARY - La consapevolezza è la ricezione, integrazione e trasmissione dell'energia at­traverso il sistema nervoso a uno o molti dei sette circuiti. Tutte le droghe psicoattive (narcotici, alcool, stimolanti, afrodisiaci che producono rapimento, sostanze psichedeliche, decodificatori di DNA) alterano la con­sapevolezza in modi specifici. Certe droghe (vale a dire le estetiche e anestetiche) in­fluenzano la ricezione, altre influenzano l'in­tegrazione (per esempio la memoria), altre influenzano l'azione e la trasmissione (per esempio gli stimolanti, gli stupefacenti).
PIVANO - Ho sentito dire sovente che l'LSD agisce come una psicanalisi accelerata per raggiungere la propria consapevo­lezza. I teorici analitici sociali come Fromm dicono che gli analisti, specialmente in Ame­rica, hanno cercato di usare questa consa­pevolezza per ricondurre l'individuo al si­stema, mentre i discepoli di Jung dicono che il vero successo dell'analisi non sta nella scomparsa dei sintomi ma piuttosto nel raggiungere la propria individuazione nel non identificarsi più esclusivamente nel ruo­lo sociale imposto dal sistema. Tu che co­sa pensi?
LEARY - Sono d'accordo con tutte e tre le posizioni.
PIVANO - Hai detto da qualche parte che le « sostanze sacramentali » o « vitamine cerebrali » possono metterci in grado di « usare il nostro cervello » e non soltanto la frazione corticale in cui si accentra la nostra consapevolezza quotidiana, dove la consapevolezza non va considerata nei limiti del nostro ego quotidiano ma va conside­rata come un'energia che ha numerosi li­velli e raggiunge il DNA stesso, il codice della memoria, il codice schema del siste­ma nervoso; e che i livelli sono soprattutto sette:
1) sonno intensificato da narcotici;
2)  stupore emotivo intensificato da alcool;
3) stato di attività mentali apprese, inten­sificato da stimolanti;
4) consapevolezza sociale e familiare (senza specifica necessi­tà di droghe) ;
5) consapevolezza sensoriale e somatica (accesa, illuminata da marijua­na) ;
6) consapevolezza neurologica (rag­giunta mediante LSD) ;
7) il livello cellula­re o genetico (lampo precellulare o anima raggiunta attraverso LSD).
Quando parli di usare tutto il sistema nervoso, intendi dire percorrere questi sette livelli?
LEARY - Sì.


PIVANO - Come si possono comunicare questi nuovi livelli della consapevolezza? LEARY - Dobbiamo sospendere totalmente il pensare e il parlare condizionati, dobbia­mo ricreare nuovi modi di combinare gli elementi del vecchio linguaggio (per esem­pio, Dada, Burroughs, Fellini) e dobbiamo formare nuovi linguaggi.
PIVANO - Quali saranno questi nuovi linguaggi?
LEARY - II linguaggio della neurologia e dell'elettronica verranno aggiunti ai vecchi vaghi vocabolari delle emozioni, della po­litica, della religione, ecc. Noterai che in questa intervista ho usato termini come ri­cezione, immagazzinamento della memoria, trasmissione, ecc.
PIVANO - Che definizione daresti di te stesso e dei tuoi amici?
LEARY - Siamo Viaggiatori del Tempo che vivono in sci-fi, giuocando il gioco mitico di Faust contro la CIA e diramando un messaggio di piacere totalmente edonistico ai lettori della rivista « Playmen ».
PIVANO - Che cos'è un Time Traveller, un Viaggiatore del Tempo?
LEARY - I Viaggiatori del Tempo sono es­seri umani che hanno conseguito la comprensione e il controllo del loro sistema ner­voso, in modo da poter creare, energizzare e ricreare realtà sia passate sia future. I V.T. sono eterni: possono muovere i loro sistemi nervosi in direzioni infinite per espandere il tempo, rallentarlo, vivere più a lungo minuto per minuto per addensare eternità di esperienza in minuscole unità di tempo registrato o cosiddetto obiettivo. For­se sarebbe di aiuto poter dire a questo punto che le vecchie teorie della reincarnazione sono totalmente false, in primo luogo per­ché non sono mai state sperimentate dalla gente che ne parla e straparla. In secondo luogo, anche se fossero vere, sono modelli chiaramente pesanti, statici e molto rozzi: « Io ero la Regina di Babilonia e tu eri uno schiavo cristiano », quel genere di sciocchezze. I fatti della realtà sono che la persona in grado di capire il suo sistema nervoso può creare migliaia di vite nel giro di secondi o minuti. La velocità alla quale guidiamo nelle frequenze più basse di rice­zione e trasmissione è di 90 ore all'ora. I Viaggiatori del Tempo sono immortali per­ché possono tendere i limiti dell'esperienza fino all'inizio della vita su questo pianeta, o fino agli inizi delle trasformazioni di energia su questo pianeta, o possono creare il futuro.
PIVANO - Come si fa a creare il futuro?
LEARY - La maggior parte degli esseri umani in questo momento vivono totalmente nel passato. Non il passato immediato, ma dentro i limiti pesanti, statici e imprigionan­ti del passato storico... Quale è definito, per esempio, in Italia dalla Chiesa cattolica e da establishments politici di basso livello. Uno dei segreti dei Viaggiatori del Tempo consiste nel capire che la storia è una totale fabbricazione. Tutto ciò che si insegna a scuola sul passato è una menzogna, è una di molti milioni di interpretazioni della evoluzione umana, che viene liquidata a forza mediante l'educazione pubblica obbli­gatoria per continuare i sistemi di costri­zione e anti-vita e anti-piacere che control­lano adesso l'Italia e tutti gli altri Paesi del mondo. Per capire e controllare il futuro è necessario capire che il passato esiste sol­tanto mentre voi, gli individui, lo definite. Il Viaggiatore del Tempo è in grado di usa­re il suo sistema nervoso come ricevitore e come deposito, come magazzino, di memo­rie razziali e personali che sono disponibili come le manopole dei canali su un televiso­re. Appena la relatività e la totale sogget­tività del passato è completamente capita, il futuro è visto come l'esatta immagine-specchio del passato. Noi, Viaggiatori del Tempo, in realtà viviamo nel vostro futuro. Immaginiamo un lettore di « Playmen » che guida la sua macchina da corsa in un vil­laggio primitivo con la musica del registra­tore a pieno volume: porta il futuro nel passato del villaggio. Gli abitanti non ca­piscono né possono amare il futuro che viene loro portato, ma una macchina da corsa che trasmette musica da un registra­tore rappresenta il futuro per qualsiasi pae­se sottosviluppato del mondo. Un esempio più immediato è la preparazione e disami­na di questa intervista... Stiamo « trasmet­tendo » a voi con l'aiuto di tecnologie, mo­delli esistenziali, che le generazioni future accetteranno naturalmente come voi ora accettate le vostre macchine da corsa e il vostro whisky.
PIVANO - Che differenza c'è tra un Viag­giatore del Tempo e un Viaggiatore dello Spazio?
LEARY - Come Einstein ha dimostrato in modo convincente, lo spazio è il tempo. Lo spazio è il tempo a frequenze e velocità più lente e più pesanti. A noi riesce utile dire che il sistema nervoso ha sette velo­cità, o sette circuiti, da quella più lenta, pesante e materiale a quella più veloce e più eterea. Fino ai tempi nostri, a parte rarissime eccezioni, il sistema nervoso è stato usato soltanto per trattare problemi minori e scambi di energia a livello materiale. Le dimensioni dello spazio o velocità più basse del sistema nervoso hanno a che fare con la salute, la sopravvivenza biologica, la po­litica della guerra, l'efficienza intellettuale, la destrezza mentale, il denaro... in rappor­to all'accelerazione delle energie dello spa­zio come ruote, locomozione e viaggio su razzi. L'altra velocità del sistema nervoso più orrendamente restrittiva è quella che riguarda l'imbrigliamento della sessualità nei ruoli familiari e sociali... vale a dire, imbri­gliamento del piacere al servizio della fa­miglia e della società. Una volta che l'es­sere umano ha raggiunto sul suo sistema nervoso un controllo tale da poter condurre facilmente gli scambi di energia più bassa del denaro, status, stabilità emotiva e so­pravvivenza, è possibile calibrare e intonare il sistema nervoso a raggi di energia più ra­pidi e larghi utilizzabili soltanto per scopi temporali quali la rivelazione e il piacere. Per la divinità neurologica, se vuoi.
PIVANO - Che cosa intendi per sci-fi?
LEARY - La sci-fi incomincia quando si capisce che non c'è più passato, che si vive nell'assoluto presente, e che il passato è assolutamente privo di presa. Il passato è disponibile... anzi, c'è un numero infinito di passati disponibili per il diletto e l'istruzione, ma si vive totalmente nel presente e nel futuro. Questo mi è accaduto personalmente una decina di anni fa quando ho capito che i nostri esperimenti a Harvard ci avevano condotto di molto al di là di qualsiasi percezione, sensazione e conce­zione che fosse stata vissuta prima. All'Uni­versità di Harvard, uno dei sommi pinnacoli della cultura occidentale, abbiamo usato droghe e tecniche neurologichc alle quali non c'erano stati precedenti nelle opere scientifiche e filosofiche a nostra disposizio­ne. Non c'erano modelli per il futuro nei quali precipitassimo con accelerazione cre­scente. Nel momento in cui si fa questa scoperta ci si assume la responsabilità to­tale per sé e per le realtà che ci si creano attorno. Si capisce che si vive in un futuro creato dal proprio sistema nervoso.
A quel punto diventa una contestazione estremamente solitaria. È come se si venisse scaraventati fuori dal Pianeta Terra, fuori dalle pressioni atmosferiche e gravitazionali di questo pianeta, e si precipitasse attraver­so cinture galattiche di energia. A questo punto si comincia a trasmettere. A questa punto si comincia a capire la navigazione e le caratteristiche di energia della nuova nave temporale quale è diventato il sistema nervoso. Si comincia a emanare messaggi per vedere chi altri si trova alle frontiere intergalattiche della consapevolezza umana. Si è consapevoli della reale situazione neu­rologica e di energia nel suo impressionante potere e nella sua solitudine inesorabile. A questo punto si comincia a ricevere i feed-back dagli altri intorno al mondo. In questa intervista cercheremo di mandare messaggi alla sola persona che sta trasmettendo dal­l'Italia, il nostro amico Federico Fellini.
PIVANO - Mi hai detto che ti è piaciuto molto il film Roma. Hai voglia di discutete il tuo interesse per l'opera di Fellini?
LEARY - Noi ascoltiamo con molta atten­zione i messaggi che giungono da Federico Fellini. Mentre orbitiamo attraverso galassie staccate da miliardi di anni-spazio da materie terrene, raccogliamo messaggi de­boli ma consistenti da Fellini. Credo che abbiamo la chiave di ciò che Fellini sta cercando. È annoiato, eppure ognuno dei suoi films ha mostrato che si considera un Viaggiatore del Tempo, che vive in un mondo di sci-fi, e sta ricreando la sua real­tà che, naturalmente, va benissimo. Noi ac­cediamo la sua soggettività megalomane, to­tale, splendida. Tuttavia, sentiamo che è imprigionato in certe paranoie neurotiche e dì basso livello, che sono emerse in modo particolare in Giulietta degli Spiriti. Co­munque, Fellini è al di là della trama, è al di là della sceneggiatura, è al di là della recitazione nel senso antiquato della parola ed è pronto a creare un futuro.


PIVANO - Prima hai nominato Faust. I tuoi esperimenti ad Harvard ti hanno messo nella posizione di diventare una figura mitica, un mago o una figura diabolica. LEARY - Dal punto di vista del Viaggiatore del Tempo, sì. Il Viaggiatore del Tempo, naturalmente, si interessa a ciò che chiamo la storia del tempo. Non abbiamo alcun interesse per Cesare o Hitler o Napoleone, per figure politiche e pubbliche che balzano nell'arena del potere materiale e spostano frontiere e confini artificiali attorno a sé. Studiamo il passato, però, per la storia e la filosofia, la storia del piacere, la storia della libertà umana... la storia della indivi­dualità cruda, nuda, totalmente umana... per vedere di chi siamo figli e da quale corpo spirituale e da quali lombi siamo venuti, II passato della nostra razza, la figura di Pan-Dioniso è sempre stata l'im­magine diabolica nascosta nelle ombre del­la storia. Il grande stato di guerra che è esistito durante tutta la storia umana se­condo il nostro punto di vista è stato impo­sto dalle forze del controllo e della restri­zione, le forze della responsabilità del la­voro, del sacrificio, della sofferenza, della malattia, della rinuncia, dell'ascetismo, del puritanesimo e così via. Insomma, di tutto ciò che è contro la vita e contro l'intensificazione dell'esperienza e dell'energia. Que­ste forze hanno sempre controllato la so­cietà. Ai tempi nostri sono investite dalla religione cristiana e dalla sua immagine-specchio, il marxismo. In passato sono sem­pre stati i centri dell'impero e del potere materiale a tentar di distruggere, censurare e zittire i flauti di Pan, il tenero riso del piacere erotico. Tuttavia ci pare che il mito di Pan-Dioniso, ancora nascosto nei nostri bordelli, sale da ballo e caffè, sia completamente fuori moda. La contestazio­ne oggi è tra la figura di Faust e qualunque personaggio temporale si voglia immagi­nare a capo della CIA contemporanea. Il Dottor Faust, ricorderete, era un filosofo, un intellettuale, che aveva fatto un patto col diavolo in cambio di eterna felicità e saggezza. Noi abbiamo fatto questo patto. Abbiamo chiesto e abbiamo aiutato a far alzare teneramente il velo dell'ignoranza dalla realtà. Ora, questo patto col diavolo naturalmente è molto romanticizzato, una falsa diavoleria creata dagli storici del­l'establishment. I fatti della realtà sono semplicemente che Faust sapeva che non aveva niente da perdere. Il paradiso e il Dio che poteva offendere o insultare natu­ralmente era il Geova della religione gang­ster giudaico-cristiana. Non si può giuocare la propria anima, ma si può giuocare la propria salute mentale e quelle trame di comunicazione, contatto e sostegno che si sono tessute col passato. Abbiamo lietamen­te accettato questi giuochi e li vediamo in rapporto al mito faustiano. Chi era Faust? Era un alchimista, era Paracelso, intento a filtrare nuove misture di saggezza e po­tere neurologico nelle città universitarie dell'Europa centrale. In passato la figura faustiana è sempre stato l'alchimista, il Ma­go dei Tarocchi, un chimico la cui felice scoperta che E = mc2 (Energia eguale mas­sa per accelerazione al quadrato) è stata lacerata e corrotta dagli specialisti della bomba all'Idrogeno, ma anche un chimico che si occupa ancora dei misteri sciolti di energia, i misteri della creazione e della ricreazione.
PIVANO - Puoi spiegare perché hai no­minato la CIA come la forza che si oppone al mito di Faust?
LEARY - Ho scelto il termine CIA per rappresentare l'intelligenza più alta della società moderna nel suo tentativo di con­servare e accrescere il controllo sui destini umani, in campo politico e in modo più si­nistro sulla consapevolezza umana. A volte quella del Viaggiatore del Tempo è una po­sizione solitaria. Abbiamo sempre cercato gente alla quale parlare per riavere i nostri messaggi di rimbalzo. Un criterio medio di comportamento del Viaggiatore del Tempo è anche quello di non avere segreti. Quando gli agenti della CIA e il personale dello spionaggio marxista ci vengono a chiedere che cosa stiamo facendo, siamo molto lieti di invitarli e dire loro esattamente cosa stia­mo facendo, siamo molto lieti di invitarli e dire loro esattamente quali saranno le nostre prossime mosse nello spazio e anzi di invi­tarli ad assisterci. Questa è la nostra filoso­fia generale verso questi agenti, perché per noi il livello dell'importanza della posizione geografica e delle manipolazioni dello spazio è piuttosto basso. A proposito, negli ultimi tre anni mi hanno chiesto sei o sette volte di scrivere relazioni per agenti che pare­vano membri di ciò che viene chiamata la CIA, e io l'ho fatto volentieri, perché non ho informazioni tali da poterli aiutare nelle loro funzioni a basso livello. Il messaggio che ho mandato a coloro che leggevano queste relazioni è: Scioglietevi. Questo è sempre il nostro messaggio. Bisogna che la gente abbia più controllo sulle manopole, sui bottoni. Se questo avvenisse si trovereb­bero nuove figure di energia in sviluppo, figure di energia che sarebbero in armonia con le aspirazioni più alte e più liete della razza umana, e queste energie ci esplode­rebbero attorno.

 

con il Dottor Albert Hoffman


PIVANO - Tu continui a dire noi. Che cosa intendi per
«noi»?
LEARY - Quando dico « noi » mi riferisco a un gruppo piuttosto vasto di guerriglieri dell'edonismo, fuggiaschi dalla geografia, che viaggiano con noi sul pianeta scambiandosi messaggi e energie. Ci occupiamo qui di ciò che chiamiamo alchimia fisica o chimica della radiazione individuale. Rite­niamo che come membri di questa vasta intersetta molecolare avvengono scambi di alta energia che aumentano per tutti noi l'intensità e allargano lo spettro della ricet­tività. La maggior parte dei membri della nostra molecola qui in Svizzera preferisco­no in questo momento restare anonimi, ma posso presentarvi il nome di Brian Barriti noto nei circoli letterari in quanto autore del libro Whisper. Whisper è stato scritto a Londra nella Prigione di Sua Maestà ed è stato portato clandestinamente fuori dalla prigione e diffuso in ciò che noi chiamia­mo Timescripts, Scritti del Tempo.
PIVANO - Ho sentito che ti stai occupan­do di molti altri progetti. Perché non ci parli di qualcuno di questi?
LEARY - Oltre a Whisper, una seconda tra­smissione lineare della nostra costellazione attuale è un libro intitolato Escapades: The confessions of a Hope-find. Questo libro descrive le mie avventure nelle prigioni ame­ricane, la mia fuga, la mia vita underground coi Weathermen, la nostra contestazione al leader negro militante Eldridge Cleaver e la nostra conseguente comparsa qui in Sviz­zera.
Oltre alle trasmissioni lineari tramite libri e interviste come questa ci occupiamo so­prattutto della comunicazione elettronica, perché il sistema nervoso opera nel modo più naturale e comodo a livello elettronico. Con l'elettronica troviamo l'immediatezza, la sincronicità, le quote di alta frequenza e una scelta quasi infinita di manopole e qua­dranti che completano la qualità dell'ener­gia trasmessa. Su questa linea abbiamo ap­pena finito di incidere un disco. Questo disco è un mixaggio del mandala a sette livelli, a sette circuiti, che abbiamo elabo­rato. È stato registrato in uno studio di Berna con un gruppo rock tedesco. Poi è diventato parte di un Festival religioso che ha energizzato e trasformato la vita di tutti i partecipanti. Verrà messo in circolazione come un album singolo e come un long playing nei prossimi mesi. Il suono, naturalmente, è il messaggio neurologico fonda­mentale e più elementare. Poiché è connes­so con le vibrazioni ricevute dalle membrane vibranti del corpo umano è una delle forme più antiche e più solide con cui ven­gono passati i messaggi che esorbitano dalle illazioni locali e parrocchiali della mente e della parola. Ora per la massima parte la musica viene usata dall'establishment per rinforzare le sue organizzazioni di accoppiamento sperma-uovo e le sue preferenze economiche e politiche. Nella misura in cui è stata usata finora l'elettronica, essa è stata messa al servizio del tentativo di rinsaldare il potere dei capi militari e economici. Stiamo esplorando adesso il poten­ziale incredibile dell'elettronica per pro­durre reazioni piacevoli. Una volta che l'es­sere umano ha raggiunto lo yoga o l'autodi­sciplina psicologica delle droghe, la lette­ratura diventa antiquata. La conoscenza del­la chimica coinvolge l'ingerimento di pic­cole quantità di una sostanza appropriata e sostituisce la lettura magari di migliaia di libri o la lettura di diecimila interviste come questa. Stiamo anche facendo un film che tenta di combinare le energie del suono con le possibilità della radiazione della luce. Abbiamo fatto esperimenti di una certa en­tità col video, ma ci pare che in questo mo­mento la sua tecnologia sia situata in una scatoletta vuota, vale a dire il televisore stesso, perciò è molto ristretto. Fino a quan­do non sarà possibile liberare il video in dimensioni da technicolor, con larghi scher­mi più grandi della misura umana, prefe­riamo lavorare col film. Il video ricrea il super surreale, mentre il film rende possi­bile il super reale attraverso la sua chia­rezza di definizione e la magia dei suoi colori.
PIVANO - Che cosa stai facendo adesso e che cosa prepari per il futuro che hai discusso con noi?
LEARY - Stiamo facendo quello che abbia­mo sempre fatto. Non dimenticare che siamo stelle, corpi celesti, messaggi radiosi di luce e calore e splendore... messaggi di pura energia programmata in ogni frequenza lun­go il grande spettro del nastro. Stiamo bru­ciando in un bagliore splendente di illuminazione continua, stiamo risuonando attra­verso le galassie e già lungo i secoli, su fino alle torri di nuvole del futuro. Il nostro mes­saggio è quello dell'amore e della speranza e dello humour e della libertà... libertà in ogni forma. Ora questa è una cosa rischio­sa. A volte può essere pericolosa. Il nostro messaggio è tale da creare una paura in­tensa da parte di tutti i tenutari del potere e funzionari dell'establishment, perché se la gente lo ascolta la società deve cambiare. Non c'è paese al mondo disposto a lasciarci trasmettere questo messaggio apertamente e in accordo col permesso del nostro diritto costituzionale alla libertà di parola. Non possono lasciar giungere questo messaggio perché la società cambierebbe drasticamen­te in pochi mesi. Non c'è soltanto il problema della censura delle nostre trasmis­sioni da parte della società: anche più forte è la paura che hanno suoi singoli individui. La società, dopotutto, è composta di quella massa democratica, inerte costituita dalla media delle specie. Sicché il vero problema qui è il terrore di ogni individuo. Se l'in­dividuo riceve le nostre trasmissioni finirà per essere libero dalle paure della soprav­vivenza, dai tormenti economici, dalle preoccupazioni dello status sociale e dalle neurosi del ruolo sessuale... da tutte quelle cose che costituiscono la totalità dì come uno si autodefinisce nelle società moderne. Quanto a queste nostre trasmissioni, natu­ralmente noi le facciamo soprattutto per divertirci. Ma le facciamo anche nella spe­ranza di stabilire un contatto con altri spi­riti liberi laggiù... non necessariamente con quelli del presente, ma anche con quelli addietro nel passato e quelli avviati verso il futuro, perché è tutto uno stesso livello-qua­lità di memorie vibranti, risuonanti, passate lungo i nostri corridoi genetici.

Intervista raccolta per PLAYMEN, in una località della Svizzera, da FERNANDA PIVANO

 

 
 

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