cos'è la psychedelia?

è un termine generico, che signfica "manifestazione della psiche", e non va applicato solo ad un genere musicale circoscritto ma a tutta quella musica che tende a trasmettere visioni e sensazioni, quindi se volessimo allargare il concetto potremmo includere anche molto jazz (da Charles Loyd a Sun Ra, passando da Herbie Mann) e molta new age (Terje Rypdal ecc.), oltre che tantissimo rock che nessuno si sognerebbe di chiamare psychedelico.

 

con la psychedelia la musica, prima abbastanza lineare, "si fa strana", i musicisti cercano di disorientare la percezione dell'ascoltatore inserendo cambi di tempo inaspettati, sonorità inconsuete (mitica la boccia d'acqua elettrificata dei 13th Floor Elevators, quel glu-glu-glu che accompagna tutti i brani con effetti sorprendenti) e spesso testi abbastanza... deliranti. la musica psychedelica ha influenzato pesantemente tutto quello che è venuto dopo, non è stato un fenomeno marginale, come sostiene qualcuno: non a caso tra i maestri riconosciuti del genere i primi posti toccano a Beatles, Pink Floyd, Grateful Dead e Doors, complessi non esattamente di "nicchia"!

 

 

il periodo "psychedelico" (1965/1968) è stato senza dubbio il momento più creativo della storia del rock: dopo aver esplorato le potenzialità del nuovo sound, i musicisti cominciarono a sperimentare e, grazie all'afflusso continuo di sostanze che alteravano la coscienza (fino al 1966 l'LSD non era proibito in America) non c'erano limiti alla fantasia, in alcuni casi anche all'idiozia: come bambini lasciati liberi in uno sconfinato parco giochi, provarono tutto quello che era disponibile, e altro ancora lo inventarono. Dai Beatles ai Doors a Patty Pravo tutti passarono, o cercarono di passare, l'Acid Test. Negli anni successivi, sia perchè entrarono in gioco le droghe pesanti, sia perchè i musicisti passarono al rango di Artisti, e quindi dovevano esibire la serietà che l'Arte richiedeva, la fiamma si spense, e infatti la produzione musicale perse la spontaneità e la freschezza che caratterizzano i dischi dell'era psichedelica a favore di una concettualità certamente più matura, ma anche molto meno divertente.

La musica psychedelica viene normalmente "agganciata" alla musica garage: questo perchè il garage allo stato puro è durato veramente pochissimo (1965/1966), è stato subito investito da una dose lisergica letale e si è trasformato in psychedelia nel giro di qualche mese. sono pochi gli esponenti del garage che non siano poi diventati psychedelici, i nomi di spicco sono probabilmente quelli di Kingsmen, Sonics, Wailers e Remains

Per iniziare ad addentrarsi nei sacri mistenuggets, original artyfacts from the first psychedelic era 1965/1968ri, da oltre 30 anni la strada è sempre una: la mitica raccolta Nuggets curata da Lenny Kaye, uscita nel 1972 su etichetta Elektra e ristampata poi dalla Sire, che ha fatto riscoprire i tesori perduti dell'America (in tempi di Led Zeppelin, chi si ricordava più degli Standells?). Un avvertimento: occorre ASSOLUTAMENTE cominciare dalla versione in vinile, 2 LPs con 27 canzoni, tutte fantastiche ed essenziali. Dopo averla ascoltata TANTE volte, essere andati alla ricerca degli album delle band presenti, e aver ascoltato TANTE volte anche questi, solo allora si può eventualmente affrontare la versione in CD, edita qualche anno fa dalla Rhino, 4 CDs contententi ben 118 canzoni. Non siate ingordi, in questo caso la quantità non è un bene, fa solo confusione, non ha senso conoscere gruppi oscurissimi senza aver prima apprezzato i fondamentali. La raccolta Nuggets 2, uscita sempre su Rhino e dedicata ai complessi non Americani, contiene numerose chicche che però possono assaporare solo coloro che hanno già molto chiaro il panorama delineato dal volume 1, tutti gli altri farebbero bene a starne alla larga (anche perchè è un pò triste scoprire Pretty Things e Small Faces da una raccolta simile!).

esistono poi un'infinità di altre raccolte (pebbles, back from the grave, rubbles, high in the mid 60s e tantissime altre), ma nessuna che centra il bersaglio come nuggets (sempre la versione in vinile, che forma il primo CD della versione in 4 CD): come già detto, vanno tutte esplorate DOPO aver digerito nuggets e aver conosciuto gli LP delle band più importanti. non sono molti, negli anni 60 erano in pochi che arrivavano a registrare un album, la maggioranza si limitava a incidere un singolo e poi sparire nel nulla. per quanto riguarda gli LP, una buona regola da seguire è quella dei "Primi Due": da ascoltare assolutamente i "Primi Due" di Country Joe & the Fish, Blues Magoos, Electric Prunes, Chocolate Watchband, 13th Floor Elevators, Pink Floyd, Seeds, Shadows of Knight, ? & the Mysterians, l'unico dei Moving Sidewalks, la triade degli Standells (Dirty water, Why pick on me, Try it) e tutti i dischi (fino al 70/71) di Jefferson Airplane, Grateful Dead e Quicksilver. Poi c'è tutto il resto, ma per l'inizio questo basta!

un aspetto spesso trascurato è il legame esistente tra il garage psychedelico del '66 e il punk del '77: anche i complessi garage venivano chiamati punk, perchè, essendo composti in genere da imitatori abbastanza scalcinati dei Rolling Stones, facevano di tutto per non essere dei "bravi ragazzi" e quindi il termine punk (teppistello, sfigato) li descriveva abbastanza correttamente. tantissimi complessi del '77 poi, pur condividendo con i Clash la filosofia del "no Elvis, no Beatles, no Rolling Stones", inserivano nel repertorio versioni di classici garage che il mondo intero aveva dimenticato: i Dead Boys (Little Girl dei Syndicate of Sound), Slaughter and the Dogs (Quick Joey Small dei Kasenetz Katz Singing Orchestral Circus), i Sex Pistols (I'm not your stepping stone dei Monkees) e la lista potrebbe continuare a lungo. il merito di aver rispolverato il garage psychedelico va comunque ai Cramps, che sin dagli inizi hanno infarcito i loro shows con miriadi di nuggets (pepite) perdute: I'm five years ahead of my time (Third Bardo), Devil with a blue dress (Mitch Ryder & the Detroit Wheels), Good guys don't wear white (Standells) e decine di altre, ascoltabili quasi esclusivamente sui loro bootlegs (le facevano in concerto o in sala prove, non su disco ufficiale, 'sti stronzi!). i meriti dei Cramps comprendono anche la riscoperta del rock and roll più selvaggio degli anni '50 e di tutta la produzione di B-Movies che senza di loro sarebbe probabilmente rimasta a marcire nei magazzini: per questo e altri aspetti della band più sguaiata del pianeta vai alla pagina dedicata!

In queste pagine si vorrebbe trattare di psychedelia senza barriere, non confinandola a genere musicale ma al momento in cui il musicista riesce a mostrarci il viaggio che sta facendo, per cui, come detto sopra, non ci limiteremo ai classici ma esploreremo anche tutte quelle manifestazioni psychedelziose che ci sono state proposte da personaggi al di fuori del genere: troviamo pepite anche nel jazz, nel folk e nel rock meno canonici per cui... avanti!

fuzz acid and flowers

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Dr. Timothy Leary

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