Try the Poppers!

Nati nella primavera 1980, subito dopo l’ingresso di Corrado (romano, 25 anni, batterista, da poco a Verona, che era riuscito a farsi assumere dal Comune come spazzino, e sconvolgeva la città, lo conoscevano tutti: “ma hai visto quello spazzino con i capelli azzurri e rosa?” ) e di Sandy (17 anni, chitarra e voce, con la complicità di un parrucchiere amico cambiava colore di capelli ogni due settimane) nella maraja (compagnia) dei punks di San Bernardino. I due, assolutamente non dei virtuosi, avevano avuto già precedenti esperienze musicali in altri generi, e fu per loro naturale unirsi al Pera (19 anni, basso imparato al momento - il soprannome Pera è un’abbreviazione del cognome, niente a che vedere con quella roba là, anche se all’epoca Verona veniva definita la Bangkok d’Italia!) e formare il primo complesso punk veronese: stavano insieme tutto il giorno comunque, potevano anche suonare oltre a cazzeggiare! Pera era andato a Londra nell’estate del 77, era uno dei primissimi punk della città, era il più vecchio e un pò il capo della maraja, o perlomeno l’unico in possesso di patente e macchina: una fiat 850 bianca e scassata, ma frequentatissima.  

Visto che Sandy da un paio d’anni teneva un programma punk a Radio Popolare (poi anche a Radio Centrale) riuscirono a farsi dare da Democrazia Proletaria, primo sponsor della radio, una stanza in un fabbricato fatiscente di via Cantarane (ora è il teatro Camploy) che il Comune aveva dato a DP come sala riunioni, ma che loro praticamente non usavano mai perchè l’ambiente faceva schifo. I Poppers non si spaventarono e si misero all’opera: in giro a pollerie per farsi dare i cartoni delle uova e raid notturni per procurarsi lana di vetro da usare come isolante per il rumore e via, in alcuni giorni si erano sistemati un corridoio di circa 4 metri per 2, insonorizzato abbastanza bene, per fare le prove. Noleggiarono una batteria, degli ampli, e ben presto cominciarono stare in sala prove tutta la giornata, con i vari amici che andavano e venivano, non necessariamente a suonare, e poi anche la sera: il posto andava bene anche per dormirci, in caso di bisogno, non era il massimo ma funzionava! Sulla cassa della batteria, noleggiata a Cerea da quel personaggio che molti musicisti veronesi hanno avuto occasione di conoscere, chiamato affettuosamente “l’ebreo”, c’era disegnato il nome del complesso che l’aveva avuta in precedenza: i tre se ne invaghirono e, in mancanza di meglio, lo adottarono come nome anche per il loro complesso, così all’inizio si chiamarono Ricky & le Perle, un nome fantastico, per un complesso punk nel quale nessuno si chiama Riccardo. Ma durò poco: quando un amico, art director in un importante studio grafico, gay dichiaratissimo e pazzo scatenato, tornò da San Francisco con qualche boccetta di Poppers, cambiarono nome.  Il repertorio era composto da numerose covers (roadrunner di jonathan richman/pistols, mongoloid dei devo, tomorrow girls e warhead dei subs, blitzkrieg bop, stepping stone, help dei beatles of course in salsa damned) e diversi pezzi originali (alcuni decisamente politici, in chiave crassiana, e altri più '77, tra cui la hit “sputatemi addosso non sono una rockstar, sputatemi addosso io non cerco il successo”, che infiammava gli animi e le ghiandole salivari del pubblico). Il primo concerto fu alla Festa Patronale di Avesa, appena fuori Verona: tutta la compagnia era andata lì principalmente per bere e “tacchinare” (termine tecnico: letteralmente “fare il tacchino” con le tipe), e, visto che i Poppers erano tutti e tre presenti e sul palco la strumentazione era già montata, qualcuno chiese al complesso che doveva suonare il permesso di fare un paio di pezzi con i loro strumenti, e gli ignari hard rockers dissero incautamente di sì: i Poppers suonarono circa 20 minuti, e conclusero con un’invasione di palco da parte dei genitori del complesso hard rock, in particolare ricordo la madre del loro batterista che prendeva a borsettate in testa Corrado gridando “lascia stare la batteria di mio figlio”, il tutto condito da belle parole tipiche della tradizione veronese. Era venuto fuori un bel casino: ma non era finita. Qualcuno aveva chiamato la polizia, che era venuta a vedere quello che succedeva, arrivando però dopo la conclusione del concerto. Ovviamente, la prima cosa che fecero fu di chiedere i documenti, e a chi li chiesero per primi, se non a quelli con i capelli colorati? A questo punto però, mentre Corrado, Sandy, Pera e alcuni altri avevano consegnato le carte d’identità, tutto il resto della compagnia più molti altri ragazzie che erano lì si erano radunati attorno ai punks e ai pulotti, e qualcuno pensò bene di gridare, visto il clima dell’epoca, “via via la polizia” e simili cortesie. Il casino peggiorò: uno dei poliziotti estrasse la pistola, che per fortuna puntò verso l’alto, i Poppers e altri si misero a protestare veementemente e furono caricati in macchina e portati in centrale, dove vennero messi in uno stanzone, ognuno seduto distante dagli altri, e lasciati lì per ore. Ogni tanto passava qualche pulotto, li guardava, gli tirava qualche sberlone e se ne andava. Furono tutti rilasciati verso le 2-3 del mattino, e questo fu il primo concerto, più o meno nell’aprile 1980.

(sound-check a Cadidavid: accovacciato sul fondo si vede Petrolio, cantante delle Scoresine)

Il secondo lo tennero al teatro parrocchiale di Cadidavid, e questa volta c’erano anche dei manifestini che annunciavano la loro presenza. Il concerto, di supporto agli Eva Braun, gruppo new-wave stile Joy Division, andò bene, nonostante le casse di birra scolate durante il soundcheck, e per l’occasione Sandy formò anche un altro complesso, i Maxx Mayerss, ancora meno “intellettuali” e più casinari, che fecero da apripista.

stefano

I Maxx Mayerss (Sandy chitarra e voce, Stefano al basso, Marcel chitarra e Rana alla batteria) si esibirono solo in quell’occasione e in un concerto al GREST (Gruppo Ricreativo Estivo, in pratica una specie di posto organizzato dalle parrocchie dove vengono parcheggiati i bambini d’estate) di San Bernardino, come supporto alle Scoresine, che l’avevano organizzato in quanto fruitori del Grest (il pubblico era ovviamente composto da tutti gli iscritti al Grest, cioè studenti delle locali scuole elementari e medie) . Un altro concerto fu fatto a una festa alle Golosine, ma di questo non ricordo praticamente niente. L’ultimo memorabile concerto i Poppers lo tennero nella centralissima Piazza delle Poste, alla festa di Democrazia Proletaria, sempre come supporto agli amici (e colleghi di Radio Popolare) Eva Braun. Pera non c’era, era andato a Londra con il resto della maraja, così per l’occasione fu reclutato il giovanissimo Zambo al basso.

(la scritta Urban Sprawl è stata aggiunta in seguito da un vandalo... che mi ha fornito la foto!)

Piazza delle Poste è confinante con Piazza delle Erbe, all’epoca, oltre che mercato di souvenir e ortaggi, anche centro di spaccio di eroina a cielo aperto. Mentre i Poppers tenevano una base ossessiva, Corrado declamò una poesia scritta da lui contro l’eroina: terminandola, spaccò una siringa con le mani e ne gettò i pezzi dal palco…. Per la sinistra veronese presente e i numerosi tossici che si guardavano lo spettacolo fu un bel calcio nei denti! E qui si concluse l’epopea dei Poppers: Sandy raggiunse Pera a Londra, vi si stabilì per un tot di mesi e, quando due amici da Verona vennero a trovarlo, diede vita con loro ad un nuovo progetto: Jack & the Rippers….  

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